Ritualità laica per un dada classico

Testi di Valerio Fiandra, Paolo Rumiz e Federica Luser

 

brossura, 24 pp.
edizioni trart, 2017

Sfogliando le centinaia di opere su carta firmate da Pietro Porro gelosamente custodite nello studio, disciplinatamente ordinate in cartelle splendidamente costruite da sovrapposizioni di lastre di cartone, ci rendiamo conto di essere di fronte a un gioco di altissimo pregio tecnico e di notevole valenza concettuale .
Ogni foglio è un mondo a sé e parte di un tutto. Pietro Porro lo ha classificato, gli ha attribuito un numero e un ordine di appartenenza a una cartella particolare, anch’essa codificata e registrata all’interno dei due grossi nuclei di pensiero che si ampliano di giorno in giorno, in un lento e fluido divenire, grazie alla creazione di nuovi fogli e nuove cartelle: il Grande Epistolario e la Dichiarazione concordata di pace.
Ogni foglio è stato ideato meticolosamente attraverso un linguaggio basato sul segno, una calligrafia personale, non significante, se non nella forma che vuole creare. Sulla carta Pietro Porro improvvisa la sua scrittura per il proprio piacere seguendo un disegno ideale e ben preciso a seconda dell’ispirazione. La china nera si alterna al colore: i segni grafici diventano sulla carta trama, ritmo, movimento, sono ripetuti per un numero preciso di volte ad accontentare il gusto estetico dell’autore. C’è la maestria, la disciplina, l’estro poetico, l’amore per la Bellezza, la capacità di creare un’armonia tra traccia e colore.

Date

23 Ottobre 2017

Category

Pubblicazioni, Quaderni trart

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