opere di Patrizia Bigarella
brossura, 24 pp.
edizioni trart, 2018
Le oltre 50 opere esposte sono le immagini della sua vita, di quando da bambina giocava in giardino con le rane, portava a spasso il cane o si divertiva a osservare i passerotti, le cince e di oggi: il suo cane, i suoi gatti e la tartaruga che sulla tela si dispongono come forme esplose di un caleidoscopio. Il suo sguardo circolare e aereo fa sì che non ci sia un verso determinato, ed esplicito è l’invito a guardare e immaginare la nostra visione, quella di spettatori stupiti e divertiti davanti a quelle immagini fantastiche.
Gli animali non sono tratti dalla zoologia naturale, ma sono creature inventate, sono i “suoi” animali, come li vede e come li sente.
Gioca con la memoria e con la storia: entra nelle grotte di Lescaux e rievoca quell’atmosfera sospesa, studia i bestiari medievali e, affascinata dalla semplicità e non convenzionalità delle loro forme, disegna e dipinge creature fantastiche che si inseguono sulla carta o meglio, sulla cartapesta, come bassorilievi e il risultato è uno scoppio di gioia di vivere che è una festa per gli occhi e un balsamo per l’anima.