Opere di Alessandro Vascotto
brossura, 24 pp.
edizioni trart, 2017
“Il pesce è il mio medium. L’ho scelto perché mi piace la sua valenza ancestrale“, scrive. Il pesce è misterioso, appartiene a un mondo altro dal nostro, fluido, mosso e profondo. Ma: “Il pesce non è il mio tema. I temi dei miei disegni sono molti ma si iscrivono in un’area abbastanza precisa: trattano tutti o quasi della distanza tra l’uomo e la sua natura, tra il suo pensiero e la sua radice”, scrive. I temi determinano dei cicli: madre e figlio, ombra, legami e recinti, pesci/uomo, fosse dei se e fosse dei ma, trittico della sottrazione.
In 50 opere, a matita, pastello, acquarello e tempera su carta, crea un curioso gioco di relazioni in cui i due elementi fondanti della sua poetica ovvero parola scritta e disegno dipinto propongono diversi piani interpretativi: il pensiero associativo che ne esce ci permette di indagare a fondo sui possibili significati dei disegni, possiamo fermarci alla secca evidenza di una definizione etimologica o lasciarci trascinare dalla fantasia, seguire il filo tracciato e perderci nella profondità.